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P. 26/08/2002 n. 7558- le attività connesse alla costruzione dell'infrastruttura attualmente in esercizio hanno provocato impatti sul territorio che ancora alterano la struttura ambientale e paesaggistica delle aree in esame - nel progetto si tiene conto di tali situazioni di mancato recupero intervenendo con rimodellamenti morfologici ed azioni di ripristino. Sul nuovo tracciato è previsto un complesso di azioni di mitigazione, operate sia mediante rimodellamenti morfologici ed opere a verde sia mediante interventi di inserimento paesaggistico delle opere che consentono: il mantenimento e la riqualificazione delle configurazioni vegetazionali e paesaggistiche presenti -il contenimento dei livelli di intrusione visiva nei principali bacini visuali - l'aumento della capacità di mascheramento. Lo studio di impatto ambientale inoltre, individua una nuova logica di intervento localizzando le aree di cantiere in settori poco sensibili minimizzando l'occupazione di suolo in ambiti di notevole pregio ambientale -la soluzione progettuale proposta, anche in considerazione delle varianti studiate nel corso dell'istruttoria, porta nel complesso ad un sensibile miglioramento dell'inserimento delle opere nel contesto naturale e paesaggistico, consentendo di ridurre in misura notevole l'effetto barriera operato dall'infrastruttura esistente ed una sensibile diminuzione dell'impatto visuale. - Le caratteristiche tipologiche dell'opera di progetto la rendono complessivamente più "permeabile" rispetto all'attuale autostrada - Considerato che in conclusione la Commissione per le valutazioni dell'impatto ambientale ha espresso parere positivo con prescrizioni in merito alla compatibilità ambientale dell'opera proposta - Considerato l'estratto dal verbale della seduta del 14 giugno 2002, della regione Basilicata del 17 giugno 2002, pervenuto il 17 giugno 2002, con cui si esprime un parere interlocutorio - realizzare le strutture dello svincolo di Lagonegro sud e del viadotto S. Francesco utilizzando soluzioni tecniche ed architettoniche finalizzate a meglio inserire il tracciato autostradale nel contesto urbano della città di Lagonegro - per tutti i ripristini geomorfologici e vegetazionali necessari ad inserire l'opera in oggetto nell'ambiente prevedere l'uso di tecniche di ingegneria naturalistica e l'uso di essenze vegetali esclusivamente di origine autoctona certificata -i progetti esecutivi di cui alle prescrizioni 1 e 2 dovranno essere sottoposti all'approvazione dell'ufficio compatibilità ambientale della regione Basilicata - Considerato il parere del Ministero per i beni e le attività culturali prot. n. ST/407/22373/02 dell'11 giugno 2002, pervenuto in data 14 giugno 2002, con cui si esprime parere favorevole alla richiesta di valutazione di impatto ambientale, a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni: con apposita istanza inoltrata con nota n. 1594 del 17 luglio 2001, qui pervenuta in data 3 agosto 2001, prot. ST/407/10703, l'Ente nazionale per le strade -Direzione generale, ha richiesto la pronuncia di compatibilità ambientale ex art. 6, Legge 8 luglio 1986, n. 349, per lavori di ammodernamento ed adeguamento al tipo 1/A delle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km -Al riguardo, con nota prot. n. 13879 del 26 settembre 2001, qui pervenuta in data 5 ottobre 2001 con prot. n. ST/407/16401, la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio della Basilicata esprime, per quanto di propria competenza, parere favorevole alla realizzazione delle opere in oggetto. -Con nota n. 16088 del 19 settembre 2001 qui pervenuta in data 1 ottobre 2001 ed assunta al protocollo con n. ST/407/15767, la Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata rileva che, per la parte ricadente nel territorio di propria competenza, l'opera da realizzare si inserisce in un contesto topografico di elevato interesse archeologico - ritiene pertanto necessario effettuare saggi archeologici preventivi lungo tutto il tracciato interessato dai lavori in oggetto -tali saggi dovranno essere effettuati sotto la direzione scientifica della Soprintendenza medesima, con oneri a carico dell'ente committente. - Dall'analisi della documentazione presentata ed a seguito dei sopralluoghi effettuati e delle riunioni tenutesi con l'ente proponente e i componenti del gruppo istruttore, sono emersi elementi che necessitano di ulteriori approfondimenti con particolare riguardo alle soluzioni progettuali adottate per i tratti a valle del "monte Sirino" e relativi allo "svincolo di Lauria nord" per i quali saranno prese in considerazione alternative di progetto che riducano l'impatto paesaggistico evitando, ove possibile, la realizzazione di nuovi sbancamenti, nuovi viadotti o, comunque opere d'arte che generino pesanti interferenze col contesto paesaggistico -in particolare, per quanto riguarda il tracciato in ambito "monte Sirino" si privilegerà una soluzione che propone un tracciato che si sviluppa per entrambe le carreggiate in galleria, per lo "svincolo di Lauria nord" sarà maggiormente approfondita una soluzione che non preveda la realizzazione di un nuovo viadotto, adagiando al massimo il tracciato al terreno. - Con note n. 2605 del 30 novembre 2001 e n. 2194 del 18 febbraio 2002, qui pervenute, rispettivamente il 20 dicembre 2001 con prot. n. ST/407/25704 e il 25 febbraio 2002 con prot. n. ST/407/7634, l'Ente nazionale per le strade trasmetteva le opportune integrazioni al SIA con le modi- fiche e gli approfondimenti progettuali richiesti. - La Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata con nota n. 6613 dell'11 marzo 2002, pervenuta a questo Ufficio in data 12 aprile 2002 con prot n. ST/407/13998, esprime parere favorevole alla realizzazione della variante in galleria "Taggine Sirino" e del nuovo svincolo di Lauria nord, ribadendo la necessità di sorveglianza dei lavori da parte della medesima Soprintendenza. Per quanto riguarda il cantiere principale del 1o ambito funzionale in territorio di Lagonegro, saranno effettuati preventivi sondaggi archeologici esplorativi vista la probabile presenza di formazioni antiche nell'area in questione. -questo Ministero: esaminati gli atti e gli elaborati progettuali -viste le varie disposizioni di Legge indicate in oggetto - visti i pareri della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio della Basilicata e della Soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata - esprime parere favorevole al progetto di ammodernamento ed adeguamento alle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km 126+000 ed il km 139+000, a condizione che vengano rispettate le seguenti prescrizioni: sia previsto il ripristino dello status quo ante per le parti di tracciato dismesso. Particolare cura sarà dedicata agli interventi di rimodellamento e rinaturalizzazione che interessano la sistemazione morfologica dell'alveo e dei versanti dei corsi d'acqua - sia tenuto in debito conto, nell'organizzazione della cantieristica di progetto, il concerto con la competente Soprintendenza per i beni archeologici di cui si richiamano le osservazioni e le prescrizioni indicate in premessa - Preso atto che non sono pervenute istanze, osservazioni o pareri da parte di cittadini, ai sensi dell'art. 6 della Legge n. 349/1986, per la richiesta di pronuncia sulla compatibilità ambientale dell'opera indicata -Ritenuto di dover provvedere ai sensi e per gli effetti del comma quarto del- l'art. 6 della Legge n. 349/1986, alla pronuncia di compatibilità ambientale dell'opera sopraindicata; Esprime giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto relativo ai lavori di ammodernamento e adeguamento al tipo 1/A delle norme CNR/80 nel tratto compreso tra il km 126+000 e il km 139+000 dell'autostrada Salerno- Reggio Calabria da realizzarsi nei comuni di Lagonegro, Rivello, Nemoli e Lauria (Potenza), presentato dall'ANAS ufficio speciale infrastrutture a condizione che si ottemperi alle seguenti prescrizioni a) in fase di redazione del progetto esecutivo si dovrà fare riferimento, per quanto concerne gli interventi di inserimento paesaggistico ed ambientale, alle indicazioni contenute nello studio di impatto ambientale, anche per ciò che riguarda la scelta delle specie da impiegare nelle opere a verde e le relative modalità di impianto; in particolare dovranno essere curati gli aspetti connessi al recupero dei tratti dismessi, al ripristino delle aree di Le piantagioni di specie arboree utilizzate per le piantagioni dovranno es- sere realizzate con esemplari disetanei. Il progetto esecutivo dovrà essere accompagnato da un piano di monitoraggio e manutenzione della vegetazione applicato a un periodo di almeno dieci anni. Nel capitolato speciale d'appalto dovrà essere compreso l'affidamento di tale manutenzione con relative modalità, affidamento che dovrà essere effettuato prima del collaudo delle opere; il capitolato dovrà inoltre prevedere la garanzia delle opere a verde, ovvero il reimpianto delle fallanze per un periodo corrispondente almeno a due stagioni vegetative successive al collaudo dei lavori e alla conclusione degli eventuali interventi di ripristino a garanzia b) dovranno essere quantificati nel dettaglio i fabbisogni di terreno vegetale necessari per la realizzazione degli interventi di inserimento ambientale e paesaggistico, prevedendo il reimpiego del suolo proveniente dalle operazioni di scotico; a tale fine dovranno essere definite le specifiche tecniche sulle modalità di accantonamento, di uso, coltivazione e mantenimento della terra vegetale, dal momento dell'asporto alla successiva ricollocazione. In particolare, poichè il materiale dovrà essere conservato presumibilmente per alcuni anni, dovranno essere realizzati cumuli non troppo grandi (altezza inferiore a 2 m), al fine di evitare il verificarsi di alterazioni fisiche, chimiche e biologiche del terreno stesso c) per quanto riguarda gli interventi di ripristino previsti in corrispondenza dei cantieri principali e secondari dovranno essere effettuati approfonditi rilievi morfologici (attraverso rilievi topografici) e delle condizioni di uso dei luoghi interessati, documentate mediante riproduzioni fotografiche, in modo da poter costituire elemento di riferimento per ristabilire le condizioni ante-operam. Durante la demolizione dei viadotti da dismettere, nel caso di diretta interferenza dei lavori con il reticolo idrografico e di rischio conseguente di sversamento di materiali di risulta in alveo, dovrà essere previsto l'inserimento di barriere rimovibili, la raccolta in fosse impermeabilizzate e l'invio a trattamento appropriato delle acque di lavorazione e dei liquami di cantiere. Una volta terminati i lavori di demolizione si dovrà provvedere alla sistemazione morfologica dell'alveo e dei versanti e al ripristino della continuità ecologica. Analoghe accortezze devono essere adottate nei cantieri di costruzione dei piloni in alveo dei nuovi viadotti. In ogni caso, tutti i lavori e gli interventi di ripristino che dovessero interessare gli alvei dei corsi d'acqua do- d) per quanto attiene la realizzazione della galleria Taggine-Sirino, nella fase di scavo dovranno essere adottate tutte le cautele per non provocare inquinamento della falda; dovrà inoltre essere effettuato il monitoraggio del- la falda mediante l'installazione di piezometri e dovrà essere controllata la qualità delle acque delle sorgenti ubicate a valle. Tale controllo dovrà essere effettuato anche prima che inizino i lavori. Andrà garantita la totale impermeabilizzazione della base della galleria e dovranno essere costruite idonee vasche per la raccolta di eventuali liquidi inquinanti agli imbocchi della galleria stessa e) per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico, ai fini della protezione degli ecosistemi e della vegetazione, dovrà essere effettuata la verifica del rispetto dei valori limite per il biossido di zolfo e per gli ossidi di azoto, indicati nel Decreto ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 f) in sede di progettazione esecutiva sarà necessario verificare il calcolo delle vasche di sicurezza idraulica sulla base di una metodologia strettamente quantitativa. In particolare, il dimensionamento dei presidi idraulici dovrà essere condotto considerando il progetto idraulico dei drenaggi di piattaforma, la pluviometria dell'area (coerentemente ai criteri di funzionamento di tali presidi e ai tempi di gestione dell'emergenza) e l'incidentalità attesa (riferendosi all'evento di sversamento accidentale di inquinante). Si suggerisce di assumere uno standard di sicurezza ambientale tale da controllare eventi di sversamento e precipitazione concomitanti caratterizzati da tempo di ritorno dell'evento combinato pari a 40 anni. Considerando che il deflusso di liquidi inquinanti interesserebbe prevalentemente il bacino del Noce, particolarmente delicato in senso naturalistico, si ritiene necessaria la realizzazione di bacini di post-raccolta a fini "filtro" e stoccaggio-controllo opportunamente ubicati |
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